Nel 1977 i Boys (che si posizionavano ancora nel rettilineo) stavano vivendo uno “scontro” generazionale tra l’ala più moderata dedita al tifo e i nuovi arrivati che prediligevano la continua ricerca dello scontro fisico con le tifoserie avversarie.
Il malessere cresceva e quando nella stagione 1977/78 la convivenza divenne insostenibile, alcuni tra gli esponenti più anziani (Angiolino, Oscar, Scaramuzzino, Adelio e Scacchi) decisero di spostarsi nel secondo anello verde e fondare Potere Nerazzurro.
La prima riunione si tenne in un bar di via Lazzaretto e il nome fu ispirato all’organizzazione politica “Potere Operaio” per la quale alcuni fondatori provavano simpatia.
Fin dall’inizio il gruppo raccolse consensi e in molti erano a ritrovarsi la domenica dietro quello striscione per tifare la Beneamata.
Nel 1979 anche i Boys si spostano nell’attuale secondo verde e presto i dissidi ricominciano; così Potere Nerazzurro decise di trasferirsi al primo anello con l’obiettivo di portare il tifo dietro la porta, proprio a ridosso del campo.
Il risultato fu strepitoso; anche in quel settore dove non c’era mai stata nessuna forma di tifo, la presenza di Potere Nerazzurro coinvolse molti appassionati creando così un incitamento meno spontaneo ma più continuo e coordinato.
Da registrare anche la prima contestazione all’interno di uno stadio italiano tramite l’uso di striscioni; a farne le spese fu Fraizzoli a cui, dopo una stagione disastrosa, venne dedicato lo striscione “C’era una volta una società e una dirigenza onesta”.
A seguito della vicenda Paparelli il movimento ultras subì alcune restrizioni tra cui il divieto di esporre nomi e simboli che potessero richiamare movimenti politici; anche il tifo nerazzurro naturalmente ne pagò le conseguenze.
ln occasione di Inter-Borussia Mönchengladbach (7 novembre 1979, sedicesimi di Coppa Uefa) la polizia sequestrò lo striscione per “chiaro riferimento ad un gruppo della sinistra extraparlamentare” e solo dopo una lunga trattativa venne restituito, con l’obbligo però di cambiare il nome al gruppo.
Fu per queste ragioni che scelsero “Milano Nerazzurra”.
Intanto il gruppo si allargava e inaugurò la sede (in via Novara); nuovi elementi affiancarono i primi e Milano Nerazzurra si impreziosì della presenza di Marco Bucci, figura fondamentale nella storia di questo gruppo, della Nord e per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
Tra i tanti aneddoti è impossibile non ricordare la rappresentazione in campo di una finta corrida con tanto di toro e torero prima di Inter-Real Madrid del 10 aprile 1985.
Marco ebbe l’idea – che trovò il consenso di tutti – e fu proprio lui ad impersonare il torero, mentre Angiolino e Giovanni fecero il toro.
I rapporti col resto della Curva (ai Boys si erano affiancati gli Ultras) erano improntati sulla pacifica convivenza anche se spesso le trasferte venivano fatte separatamente.
Nel 1988 a seguito dei lavoratori di ristrutturazione del Meazza il gruppo si spostò nel parterre, posizione che però risulterà infelice, e così nel 1990 tornò al secondo anello verde dove, in mancanza di spazio, venne ospitata dai Bulldogs.
Nel frattempo i rapporti con gli altri gruppi andarono migliorando e iniziò così, grazie soprattutto a Marco, una collaborazione attiva col resto della Curva.
Purtroppo però dal 1999, anno in cui venne a mancare Marco, il gruppo attraversò un periodo di smarrimento che terminò nel 2002, grazie alla voglia di rimettersi in gioco di Angelo, Marco, Massimo, Daniele, Marco detto “Saronni”, Luigi e Cesare.
L’anno successivo decisero di ringraziare e salutare i Bulldogs per l’ospitalità e di spostarsi direttamente dietro il proprio striscione, da anni posizionato di fianco a “Brianza Alcoolica” e sopra il vecchio tunnel dell’ingresso in campo, con l’intenzione (riuscita) di coinvolgere
Il numero dei tesserati crebbe notevolmente e dopo qualche anno decisero di interrompere il rapporto con il Centro Coordinamento Inter club, che fino ad allora aveva fatto di Milano Nerazzurra l’unico club presente e attivo in Curva Nord.
Verso la fine del primo decennio del 2000, complici l’introduzione della Tessera del Tifoso e alcune diffide subite, venne a mancare la “militanza attiva” di importanti elementi e di ciò ovviamente ne risentì l’intera attività del gruppo. Nonostante tutto però i pochi componenti rimasti, tra cui Massimo, Cesare e Ilario “l’incendiario”, continuarono caparbiamente ad andare avanti.
Fortunatamente nell’immediato post triplete nuovi giovani si avvicinarono al gruppo, tra i quali Matteo e Fabio che, coadiuvati dall’esperienza di Luca (altro personaggio di vecchia data) e dei “Fornai” (Alberto e Monica), agevolarono l’inserimento in Curva delle nuove leve.
Il cambio generazionale portò nuovo entusiasmo e voglia di fare; vennero prodotti nuovi stendardi e ringiovanito lo stile del materiale.
I ragazzi che pochi anni prima erano delle matricole si erano oramai affermati all’interno del gruppo creando quello che può essere definito lo zoccolo duro che, seppur non tra i più numerosi, poteva contare su grande affiatamento e senso di appartenenza.
La stagione 2017/18 ha visto il gruppo raggiungere il traguardo dei quarant’anni di vita, celebrati con una coreografia a cui tutti hanno partecipato con entusiasmo onorando così l’importante ricorrenza.
Il 2018 è anche l’anno in cui purtroppo è venuto a mancare Luca, compianto compare di tante traversie.
Nonostante ci troviamo in quella che non può certo essere considerata un’epoca d’oro per il movimento ultras, altri giovani si stanno appassionando alla tradizione della Milano Nerazzurra, dimostrando quel sano interesse che potrebbe un domani favorire il ricambio generazionale in grado di continuare a scrivere la storia del terzo gruppo più longevo della Nord.