BOYS S.A.N.
Fu il grande Helenio Herrera ad introdurre il concetto di tifoseria organizzata sotto l’ombra della madonnina, i “Moschettieri” prima e gli “Aficionados” poi hanno organizzato in maniera primordiale il tifo a San Siro, una forma di sostegno ben lontana da quella che oggi si intende come tale.
É nel contesto di fine anni sessanta che nascono i Boys, gruppo creato dal distaccamento di alcuni ragazzi dall’Inter Club Fossati; 26 gennaio 1969, l’Inter gioca a Bologna e all’epoca non esistevano settori riservati alle tifoserie ospiti e gli interisti vengono sistemati nella parte alta della curva Andrea Costa, proprio sopra i bolognesi (con cui la rivalità risale al 1964).
Inevitabilmente si verificano scontri tra le diverse fazioni e questo incrina i rapporti tra la parte più moderata del Club e i ragazzi più propensi a far valere la propria forza, in casa come in trasferta; sul treno che li riportava a Milano Vittorio Boiocchi e Gilberto Cavallini, divergenti dalle vedute del club decidono di uscirne e fondano i BOYS in cui, poco tempo dopo, confluiranno diversi ragazzi tra cui Walter Modolo, Angelo Ambrosoni (detto “il Panettiere”), Walter Scaramuzzino, Attilio Scacchi, Maurizio Biffi, Oscar Migliavacchi, Danilo, Ferdinando Lombardo (“Il Fogiano”), Franco Nicoletti, Attilio Savi, Adelio Brioni, Vincenzo Pignatelli (soprannominato “Gesù Cristo” per via dei capelli) e la Franchina (che diverrà la storica segretaria del gruppo).
Il nome Boys fu deciso poiché all’ epoca la rivista ufficiale dell’ Inter pubblicava un fumetto con le avventure di un ragazzino dispettoso chiamato Boy e uno dei fondatori pensò che quel nome potesse rispecchiare lo spirito del gruppo; in unione con la dicitura “Le Furie Nerazzurre” completa il nome che appare sul primo striscione che viene realizzato nel 1970, esordendo domenica 22 Marzo a Roma con la Lazio, per poi comparire a San Siro nell’attuale secondo anello arancio nel mese successivo. La diversificazione dallo “spettatore” tipo dell’epoca è alla base della filosofia e dello spirito con cui questi ragazzi agiscono, oggi come allora.
Per realizzare il primo striscione viene recuperata la tela dello striscione Inter Club Fossati e per non sprecare la tela avanzata viene realizzato anche lo striscione “11 Assi” che in realtà è lo stesso gruppo e infatti “Assi” è inventato di sana pianta e non ha alcun riferimento particolare ma serviva per recuperare le lettere da “FoSSAtI” del vecchio striscione.
La forza del gruppo consisteva in un forte affiatamento tra i ragazzi (provenienti per la gran parte dai quartieri popolari di Milano come Corvetto, Piazzale Cuoco, viale Padova e Quartoggiaro) e sintetizzabile nel motto “UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO”; in trasferta si potevano contare una cinquantina di ragazzi pronti a tutto e il mezzo preferito per viaggiare era il “Treno Turistico Sportivo” delle FF.SS. che vendevano biglietto treno più biglietto stadio (biglietteria lato sinistro in stazione Centrale).
Negli anni settanta, periodo di pionierismo ultras, i Boys si distinguono per un organizzazione ed un affiatamento invidiabile, che li porta a seguire l’Inter in quasi tutte le trasferte difendendo lo striscione e i propri colori lungo tutto lo stivale e anche oltre i confini nazionali.
Una delle prime trasferte europee dove compare lo striscione Boys è la finale di Coppa dei Campioni a Rotterdam il 31 maggio 1972 contro l’ Ajax di Cruyff; vengono organizzati due pullman e non mancano “animati” diverbi sia con gli olandesi che con la polizia.
BOYS A ROTTERDAM
E’ proprio in questi anni che si vengono a creare le prime tensioni con i gruppi ultras rivali; le principali rivalità del periodo sono con gobbi, Bergamaschi, Granata, Genoani, Bolognesi, Doriani e, soprattutto, Milanisti. Con quest’ultimi gli scontri raggiungono l’apice della ferocia, in quanto, all’epoca, le due tifoserie erano praticamente attaccate, entrambe situate all’attuale secondo anello arancio, spostati verso la Nord i Boys e verso la Sud gli altri.
In trasferta spesso gli ospiti venivano posizionati a ridosso della tifoseria avversaria e bastava poco per accendere la miccia; a San Siro erano invece locati nel attuale secondo anello rosso e non essendoci alcun divisorio non era inconsueto veder partire le così dette “Cacce”.
Veronesi, Granata, Bolognesi, Fiorentini e le due genovesi oltre ai romanisti erano le tifoserie che si presentavano in maggior numero al Meazza.
Tuttavia il numero relativamente esiguo di persone disposte a seguire la filosofia dei Boys costituì un freno non indifferente per la crescita del gruppo ma alcuni elementi si misero in luce proprio in questi anni, diventando figure rilevanti non solo della Curva Nord ma di tutto il panorama ultras nazionale. Franco Caravita, Tony “Il Duca”, Mauro Russo sono stati e continuano ad essere colonne storiche del tifo nerazzurro.
Fu proprio in questi anni che esordirono le prime coreografie, autofinanziate e autoprodotte, costituite da primordiali “cartate” e dallo sventolio di bandiere, un effetto che oggi può far sorridere, ma che ha costituito la base per qualsiasi coreografia del giorno d’oggi.
Nel 1979 i lavori di ristrutturazione dello stadio San Siro portano i Boys nell’attuale posizione, ovvero nel cuore della Curva Nord al secondo anello verde e il cambiamento di settore spinge i Boys a realizzare un nuovo striscione con una daga al centro (che tutt’ora è il simbolo del gruppo) e aggiungono al nome la dicitura S.A.N. (Squadre d’ Azione Nerazzurre) voluta dai membri del gruppo che facevano parte dei famosi “Sanbabilini” degli anni 70′.
Nel derby di ritorno del 2 Marzo 1980 debutta la prima e più importante sezione dei Boys: i “Boys SAN sez. Roma”, non che l’unica ufficialmente riconosciuta, anche se ad oggi è un vero e proprio gruppo più che una semplice sezione dei Boys.
Gli episodi di violenza sono sempre più frequenti; nel dicembre del 1980 si gioca un’amichevole tra una selezione di giocatori di Inter e milan e i tedeschi del Bayern Monaco in favore dei terremotati dell’Irpinia; durante gli scontri post gara gli Ultras Interisti incendiano con una molotov l’auto di un leader degli ultrà milanisti. Quest’ultimi la sera seguente alla partita organizzano una vera e propria spedizione punitiva contro i neroazzurri; i rossoneri, armati di bastoni, giunti davanti al bar dove ai tempi si ritrovavano gli ultras Interisti chiedono a gran voce di uscire dal locale per regolare i conti.
Passano i minuti e dal bar non esce nessuno ma quando questo accade è un onda che travolge tutto e tutti. I Boys escono con decisione e i milanisti vengono letteralmente sbaragliati e messi in fuga (alcuni si nascondono persino sotto le macchine).
Famosissimi gli scontri del 22 novembre del 1981 a San Siro contro i romanisti che, rei di aver accoltellato un membro delle “Aquile” , scatenano una rappresaglia durissima degli ultras Interisti che caricano i romanisti sulle gradinate provocando diversi feriti. Celebri anche gli scontri l’anno successivo a Genova dove viene ferito un noto leader storico della Fossa dei Grifoni.
L’apice, però, avviene come sempre contro i cugini rossoneri: l’ondata di violenza non si circoscrive nei giorni dei derby (rari per la verità in quel periodo, viste le retrocessioni del Milan), ma si propagano nella vita quotidiana finché, al termine di un derby valido per il Mundialito del 1983, caratterizzato tanto per cambiare da violenti scontri, le due curve decidono di stipulare un patto di non aggressione che perdura tutt’ora.
Sempre nel 1983 l’Inter gioca in Coppa Uefa contro l’Austria Vienna e dopo l’incontro si registrano violenti scontri in cui avviene l’accoltellamento di un tifoso austriaco.
Il campionato 1984/85 si apre con la trasferta a Bergamo in casa dell’Atalanta tornata in serie a dopo diversi anni; la Nord raggiunge la città orobica in treno e gli incidenti avvengono sia in stazione che allo stadio.
Coi Veronesi avvengono scontri praticamente in ogni occasione, sia a Milano che a Verona fino al 1985 (anno in cui viene sancito il gemellaggio).
Inter-Glasgow Ranger 1984/85 , coi Bresciani l’anno successivo (incidenti sia in stazione che allo stadio, coi Granata e coi gobbi, Bolognesi, napoletani nel 1987, comaschi 1987 e l’anno successivo, Ascoli 1988….sono solo alcuni esempi di scontri in quegli anni fino ad arrivare a gennaio 1989 ; tensione fin dal mattino con numerosi interisti trovati in possesso di diverse armi ma è al termine della gara che il piazzale dello stadio “Atleti Azzurri” di Bergamo è teatro di diversi scontri che durano per quasi un’ora; un tifoso atalantino viene accoltellato e 70 interisti vengono portati in questura.
Dal punto di vista coreografico avviene un evoluzione sostanziale rispetto agli anni settanta: i primi fumogeni e torce fanno la loro comparsa a cavallo tra i due decenni e viene realizzato nel 1985 il primo bandierone copricurva.
Nell’ultimissima parte di questo fantastico periodo avviene un’altra importante innovazione: viene realizzato un bellissimo striscione in cerata, che tutt’oggi capeggia al centro della Curva Nord.
Gli anni novanta si aprono con la conquista della prima coppa Uefa ai danni della Roma. Nello stesso anno la Sampdoria ci soffia lo scudetto nello scontro diretto a San Siro, incrinando irrimediabilmente il gemellaggio, scioltosi nel 1992.
Gli scontri sono ancora cruenti sull’onda degli anni ottanta, ma vengono affievoliti nettamente dall’avvento delle prime diffide, aumentate a seguito dell’omicidio di Vincenzo Spagnolo nel 1995.
Se negli anni ottanta era stata quindi la violenza a guidare le azioni dei Boys, negli anni novanta ci si sofferma giocoforza di più sull’aspetto coreografico e del vivere la curva.
I primi sono anni di transizione, in quanto l’inesperienza e, forse, la sottovalutazione di sé, portano a risultati buoni ma non eccelsi, vista anche la rapida evoluzione in questo campo di molti gruppi rivali.
La consapevolezza di essere “competitivi” anche sotto questo aspetto avviene gradualmente, anche grazie alla collaborazione con tutti gli altri gruppi della Curva Nord portando negli anni a ottimi risultati come le coreografie nei derby.
Nel 2004 nasce l’amicizia con gli ultras Yomus Valenciani. Il 2 novembre è in programma l’incontro di Champions League con la compagine spagnola ma alcuni suoi tifosi si trovano nella città meneghina già da sabato e si incontrano casualmente con alcuni ultrà interisti; tra qualche chiacchiera e tante birre si avvicina l’ora di Inter-Lazio (serale del sabato sera) e i valenciani vengono invitati ad assistere alla partita dietro lo striscione dei Boys.
Tre giorni dopo si gioca il match di coppa e nel settore riservato agli ospiti gli Yomus alzano uno striscione (realizzato con i lenzuoli rubati in hotel) che recitava “Grazie ai ragazzi della Nord di Milano”.
Nasce così una nuova amicizia e gli anni seguenti sono caratterizzati da continue presenze di ambedue le parti nelle partite più calde dei rispettivi campionati ma l’amicizia non si limita solo agli incontri calcistici ufficiali ma viene rafforzata da una massiccia presenza al torneo di calcio “InterUltras” che si disputa ogni estate a Valencia dal 2005 ad oggi.
Nel 2009 i Boys festeggiano i primi 40 anni di storia, celebrati con un’imponente coreografia durante Inter – Sampdoria.
L’anno successivo è caratterizzato dalla vittoria del “triplete” da parte della Beneamata che porterà una ventata di nuovi ragazzi dell’hinterland milanese nel gruppo.
Molti ragazzi dei Boys si distinguono per la partecipazione al Covo nella realizzazione delle coreografie di quegli anni, dando vita cosi uno splendido periodo coreografico.
Nel 2012 durante il viaggio verso Marsiglia per la sfida con l’Olimpique, la carovana dei pullman interisti fa sosta a Nizza dove dei membri del gruppo incontrano per la prima volta i ragazzi della Brigade Sud con cui nasce subito un feeling per la mentalità e lo spirito di aggregazione.
I Nizzardi sono presenti nel settori ospiti del Vélodrome insieme ai ragazzi dei Boys e di tutta la Curva Nord.
Le reciproche visite sono sempre più frequenti e nasce un rapporto di corrisposto rispetto ma è nel 2013 che viene sancito il gemellaggio vero e proprio e di cui tutto il gruppo ne va molto fiero. Nell’ Agosto del 2015 il Nizza sfida il Napoli in un amichevole e si registra una massiccia presenza della Curva Nord per sostenere i fratelli Nizzardi contro i comuni rivali partenopei.
Negli anni successivi da entrambe le parti sono state molte le presenze nelle trasferte più importanti e sentite, nelle feste di fine stagione e nei tornei estivi tra gruppi.
Nel 2019 i Boys S.A.N. Hanno festeggiato i loro primi cinquant’anni di vita.
Ne sono passati di giorni da quel gennaio del ’69 ma oggi come allora il loro spirito rimane immutato.