La storia dei Viking inizia negli anni ’80 (precisamente nel 1984) quando a Milano era una delle metropoli più ricche d’Europa e di soldi ne giravano, in sintesi era “la Milano da bere” di un celebre spot televisivo. I Viking arrivano un po’ da tutta la città ma il nucleo storico, il seme dal quale questo gruppo fiorisce era formato in prevalenza da ragazzi provenienti dalla periferia o zone difficili, come Quarto Oggiaro, piazza Prealpi o da quartieri popolare come la Bovisa. 

Però in quella “Milano da bere” tutti stavano bene e non mancavano i soldi per le prime trasferte quando nessuno li conosceva e nemmeno loro si conoscevamo ancora bene. Durante la settimana si trovavano proprio con l’Inter Club Bovisa il cui striscione veniva appeso al centro di quello che era il settore popolare (l’attuale secondo anello arancio) ma i ragazzi più giovani al tempo quindicenni sentivano che la loro indole da protagonisti aveva sete di affermarsi e in breve tempo tutti cominciarono ad accorgersi di loro. Il primo striscione (piccolo, sfondo azzurro, lettere nere e l’elmo che fu il primo simbolo del gruppo) comparso durante Inter-Avellino di Coppa Italia (4 settembre 1985) aveva uno stile molto grezzo e artigianale; il nome Viking venne proposto dai ragazzi di Quarto Oggiaro che erano soliti chiamare così la loro squadra di calcetto. Nino, Massimo l’Americano, Pilone, Gianni, Giorgio, Ale, Paperino, Wally e Pilati erano affascinati dal coraggio che spingeva i vichinghi a solcare le onde dei mari in tempesta, raggiungere la metà e conquistarla.

Gli ultras in quegli anni erano un movimento già sotto la lente di ingrandimento, ma nella società di allora, appena uscita dalle lotte degli anni ‘60 e ‘70 portate avanti da sinistra e da destra, non erano nemmeno pensabili le leggi illiberali e liberticide applicate oggi negli stadi (e non solo). Era tutto più normale. I telefonini dovevano ancora essere inventati e i cellulari per tutti erano solo i furgoni usati dalla polizia. Così ci si dava appuntamento a voce per la riunione al Cium Cium, il bar di via Pascoli gestito da Mauro, uno dei capi dei Boys di allora. Tutto si muoveva veloce. Anche la storia. I Viking cambiarono lo striscione con uno molto più grande (righe orizzontali nere e blu e scritta in bianco), fabbricato in via degli Umiliati da Pierino, talmente più grande che furono obbligati a tagliarlo un po’ perché impediva di vedere parte del campo agli spettatori delle ultime file del primo anello. 

I Viking diventarono un vero gruppo nel 1986, in trasferta nella capitale coi giallorossi. Un solo pullman, una sessantina di ragazzini contro una tifoseria che li avrebbe voluti ammazzare tutti dopo i fatti di sangue di un Inter-Roma di qualche anno prima con parecchi giallorossi accoltellati dentro lo stadio nel prepartita. Quella volta tornarono senza nemmeno un vetro intero ma illesi. Tra i fondatori Nino è stato sicuramente la figura di spicco, leader naturale dotato di un coinvolgente carisma, protagonista di alcune tra le più gloriose e leggendarie azioni ultras e tutt’ora in prima linea a tenere le redini del gruppo malgrado la diffida cui è stato sottoposto dopo i fatti di Inter-Napoli del dicembre 2019. Uno dei più ripetuti soprannomi, Ombrelli, trae origine da un Inter-Como dove la Fossa Lariana, in una domenica di pioggia, se lo ritrovò nel settore ospiti di San Siro armato di… un ombrello. E così tutti li cercavano, in ogni stadio. E loro cercavano gli altri. Andavano a farsi un aperitivo sotto le curva avversarie o andavano al mare il giorno prima a Cesena. Capitava anche di viaggiare senza scorta e arrivare a Roma o a Napoli la mattina da soli e girare liberi per la città con tutte le conseguenze del caso. Il 21 maggio del 1989 i Viking decidono di andare a fare un aperitivo prepartita in un locale nei pressi della curva Andrea Costa a Bologna. Pochi minuti e spuntano i bolognesi armati di spranghe e catene. “Ciccarelli, vediamo che cosa sai fare”. “Qui siamo tutti Ciccarelli”. Una risposta che fa capire quanto fossero uniti, tutti come una sola persona. E i boccali di birra, le loro uniche armi di difesa, si rivelarono efficacissimi. La storia dei Viking è proseguita nel corso degli anni tra alti e bassi, come il furto del loro striscione da trasferta a Torino contro la Juve mentre il grosso del gruppo era sotto la curva juventina a fare a botte e la superficialità di chi doveva occuparsene non gli ha permesso di proteggerlo. Per rifarsi del maltolto, i Viking successivamente si presero l’intero striscione “Curva Nord” che campeggiava abitualmente al delle Alpi. Sono anni in cui quasi ogni domenica le cronache devono dare spazio alle gesta della curva Nord; parlano gli articoli dei giornali, i servizi televisivi e le sentenze… ”sempre la Nord di Milano, sempre loro!!!”

Quando Nino dovette assentarsi per qualche mese dallo stadio e Pilone partì per adempiere al servizio militare, il gruppo seppe trovare nuove energie per continuare il suo cammino. Ad alcuni elementi di rilievo come Mulas, Corrado e Maurino si unirono nuovi ragazzi più giovani e le fila crebbero. I Viking erano molto uniti col gruppo degli Skins con cui condividevano diversi principi e si frequentavano anche al di fuori dello stadio. E’ un periodo raggiante per la Nord che però è ancora una “comunità” difficile ed instabile che deve trovare il proprio equilibrio. Non tutti i gruppi vivevano in piena sintonia e a volte la pressione saliva pericolosamente come durante Inter-Verona (11 ottobre 1987) in cui la nord rischiò seriamente di dividersi per sempre; i Viking e gli Skins presero i loro striscioni e si posizionarono al secondo anello arancio spostati verso la sud. Il dissidio col resto della curva durò poco e tutto tornò come prima ma questo episodio mostrò a tutti il fortissimo legame che c’era tra i due gruppi, talmente forte che quando i Viking decisero di cambiare il loro simbolo scelsero l’ascia bipenne proprio in onore della loro amicizia con gli Skins.

Negli anni 2000 i Viking vissero un nuovo cambio generazionale e mentre due figure storiche come Corrado e Wally che avevano scalato le gerarchie della curva fino a divenirne le figure di maggior spicco si occupavano della gestione generale della Nord, Maurino di fatto divenne il referente del gruppo sul campo mentre Nino per i suoi problemi personali si era leggermente defilato. Nuovi giovani si avvicinano al gruppo e seguendo il cammino tracciato da chi li aveva preceduti portarono avanti la storia e la tradizione dei Vichinghi di Milano. 

Col nuovo progetto nato nella Nord dopo i fatti del 27 dicembre 2019, Nino è tornato alla guida del gruppo mentre Walter, Corrado e Maurino han scelto di abbandonare del tutto il gruppo e la curva Nord.

Il motto del vikingo interista resta sempre …

“NON SAREMO MAI LEGGENDA PERCHE’ NON MORIREMO MAI!!!”
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